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Proiettore LCD 4K HDR Epson EH-TW9400 – La prova

Calibrazione HDR

epson 9400 art 9 1 - Proiettore LCD 4K HDR Epson EH-TW9400 - La prova

Oggi, parlare di taratura – come la abbiamo sempre intesa – nel caso dell’HDR può risultare fallace e fuorviante. Con tutti gli standard che ci sono, uno diverso dall’altro e perciò automaticamente in grado di negare il concetto stesso di standard (chiamateli HDR10, HDR10+, HLG, Dolby Vision o come vi pare: sono troppi!), una cosa sola è standard: l’impossibilità di esprimere univocamente e numericamente le prestazioni del display. Questo perché la variabilità che si ottiene a seconda della scelta di codifica e della maniera nella quale sia stato effettuato ed a quali livelli (un’escursione da 300 a 4.000 nit non è roba da poco, ma accade…) e finanche nella risposta del singolo apparecchio alla classica curva “a ginocchio” (curva di tone mapping) che costituisce la funzione di trasferimento (al 56%? Al 60? Al 64? Al 72%? Boh…) rende impossibile a mio parere parlare di taratura in modo, se non scientifico, almeno accurato. Ed allora bisogna accontentarsi di dare una “ravanata” alle possibili impostazioni, sperando che all’atto pratico, come ho sapientemente sentito dire da Gian Luca ed Emidio, ci si collochi nel giusto mezzo e si riesca a godere di uno spettacolo godibile per i nostri occhi. E teniamo anche presente che il concetto di HDR applicato su un televisore è una cosa, su un proiettore, data la sua ridotta emissione, è diverso. Un proiettore ha una dinamica ridotta, e di conseguenza la differenza tra SDR ed HDR non è così evidente come in un televisore.

Una considerazione importante: l’aggancio del segnale HDR è automatico, ma il caricamento del banco di memoria non lo è: siete voi a doverne creare uno e poi a richiamarlo dalla lista a disposizione. Per verificare con certezza cosa stiate vedendo, dovete andare, stranamente, nella voce “Signal”, e da qui cercare in Dynamic Range, dove leggete con che tipo di segnale state alimentando il proiettore.

Questo per evitare di credere di vedere una taratura in HDR salvo poi accorgersi di aver caricato un banco SDR!

Detto questo, le considerazioni sono in qualche misure analoghe a quelle fatte per l’SDR, ma con un principio teorico opposto: usare l’Iris dinamico appare CONCETTUALMENTE sbagliato, perché, dato che siamo alla ricerca della massima emissione luminosa, avere qualcosa nel percorso ottico che me la riduce sembra un controsenso. Come al solito, preferisco la pratica alla teoria, e vi dico che di prove ne ho fatte tante.

La prima ovviamente riguarda i banchi dove si innesta il famoso filtro per estendere il gamut (ho scelto il Digital Cinema), che dovrebbe garantire una superiore riproduzione del colore con segnali HDR. Bene, oltre che ridurre sensibilmente la luminosità, come vedete dalle misure non ho nemmeno rilevato questa estensione del gamut! Ragion per cui, mi pare che questo esperimento sia da dichiarare fallito e ci possiamo tenere il nostro valido Natural di partenza (e di arrivo) che funziona decisamente meglio.

Trovate qui la copertura del gamut DCI P3 nel caso del Natural e del Digital Cinema:

Qui vedete il BT709 all’interno del BT2020 (a sinistra il settaggio Natural, a destra il Digital Cinema):

e qui invece il P3 all’interno del BT2020 (sempre a sinistra il settaggio Natural, a destra il Digital Cinema):

La considerazione è semplice: se devo rinunciare a tanta luce a favore di una copertura che non varia più di tanto e che mi costringe ad una taratura complessiva meno efficace, non vedo assolutamente ragione per farlo. Tanto più che l’osservazione dei secondi grafici, dove vedete le cosiddette “sweeppate” che fanno vedere l’andamento non solo al 100% (come il gamut che usano tutti) ma anche ai livelli inferiori (e da qui è evidente la perdita di copertura), fornisce ancora più forza al ragionamento fatto prima: non vale la pena di inserire il filtro perché i vantaggi sono largamente inferiori agli svantaggi (per non dire che non ci sono proprio). Se volevate un parere diplomatico, potere leggere recensioni da un’altra parte…

Anche qui, ho fatto tutta la “taratura” con l’Iris tolto di mezzo in modalità dinamica, e sono comunque riuscito a giungere ad un risultato soddisfacente. L’emissione luminosa si attesta a 1913 Lumens, che non sono pochi. E poi… ho provato ad inserirlo, dato che il livello del nero che si ottiene in HDR è decisamente troppo sollevato per i miei gusti.

Volete la verità? Forse non sempre, ma sono del parere che qualche volta, in qualche film e con qualche installazione (osservate i caveat che sto prendendo… 🙂 ) possa avere un senso il suo impiego. Sempre che il meccanismo si attivi in maniera corretta e non vi dia particolare fastidio per passaggi lenti o per un suo mancato innesco.

Però riesce ad abbassare in qualche modo un tappeto del nero che altrimenti, onestamente, è troppo alto per poter godere di una visione serena. Diciamo che si tratta di un fatto di gusti e di situazioni. Nella maggior parte delle situazioni, fatene tranquillamente a meno.

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Andrea Manuti

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