Impressioni d'uso
Come abbiamo visto, esaminando i menu, HU8500 dispone di tutti gli strumenti necessari per regolare al meglio la qualità delle immagini. La calibrazione di base è più che discreta, ma si può migliorare fattivamente senza particolari problemi, grazie all’efficacia dei controlli. Il consiglio è di selezionare la modalità Film, indubbiamente la migliore, come base di partenza. L’efficacia del local dimming dipende dall’impostazione selezionata: “Basso” corrisponde, ovviamente, al livello più blando, quello che garantisce un oscuramento meno drastico. “Standard” e “Alto” permettono di raggiungere un livello del nero ancora più basso (ma principalmente su schermata con APL molto basso, e quindi molto scura), incrementando il rapporto di contrasto. C’è però da pagare un prezzo: la precisione del gamma viene inficiata, specialmente in modalità “alto”. Il consiglio, dunque, è di impostare il funzionamento su “basso”, che non presenta grosse controindicazioni, salvo la sporadica presenza di lievi fluttuazioni della luminosità, oltre a qualche episodio in cui è possibile intuire la presenza delle guide ottiche (sotto forma di clouding di lieve entità), che convogliano la luce dai bordi (ovviamente, trattandosi di un LED Edge) a tutto il pannello. L’incidenza quantitativa e qualitativa è però molto ridotta, motivo per cui si può utilizzare la funzione Smart LED senza problemi.
Il livello del nero è direttamente influenzato dal filtro posto sul pannello, la cui efficacia varia in relazione all’angolo di visione. La base del TV conferisce una leggera inclinazione verso il lato posteriore, un fattore da tenere in considerazione per un posizionamento ottimale. Idealmente, si dovrebbe collocare il televisore più in basso rispetto ai propri occhi, in modo da sfruttare al meglio l’incidenza del pannello rispetto alla base. E’ in questa condizione che il filtro riesce ad assolvere al meglio il suo compito, migliorando il rapporto di contrasto percepito. Il livello del nero è globalmente più che buono e può essere coadiuvato da un’altra funzione, denominata “Cinema Black”. Attivandola si provvede a spegnere la retroilluminazione in corrispondenza della bande nere (orizzontali). I contenuti non in 16:9 ne traggono un visibile vantaggio, grazie al maggiore contrasto che si crea tra il nero delle zone superiore ed inferiore e le immagini su schermo. Il gamma è sostanzialmente da riferimento, molto lineare e senza chiusure, anche sui primissimi livelli della scala dei grigi: se la condizione di default è già buona, il risultato dopo la calibrazione è decisamente sopra la media per i TV LCD. Un esempio concreto lo fornisce “Oblivion”, nella scena in cui Morgan Freeman si mostra nella quasi totale oscurità, illuminato solo da una fioca fonte di luce. Tutti i dettagli che dovrebbero emergere sono perfettamente intelligibili, il che contribuisce a ricreare un quadro convincente e caratterizzato dalla giusta tridimensionalità.
Un capitolo critico, per moltissimi TV LCD, riguarda l’uniformità: come se la cava il nuovo HU8500? Fortunatamente la soluzione studiata per questa serie è, evidentemente, frutto di un sapiente lavoro di progettazione. Ovviamente qualche imperfezione esiste (LCD perfettamente uniformi non esistono, per lo meno per quanto ho potuto vedere nel corso degli anni), soprattutto verso i bordi dello schermo, dove si può notare una tendenza a virare su tinte più fredde. Si tratta, però, di limiti di trascurabile entità, visibili unicamente con appositi pattern di test, e non durante il normale utilizzo (ed è questo che ci dovrebbe interessare).
Un altro punto critico, per i pannelli a cristalli liquidi, è la gestione del movimento. E’ infatti noto che, per la sua natura “sample & hold” (la retroilluminazione resta sempre accesa, anche durante il passaggio tra un fotogramma e quello successivo), questa tecnologia è portata a perdere più dettaglio, nelle scene dinamiche. A contribuire è anche la latenza del pannello, sempre presente, seppur in misura contenuta. HU8500, ovviamente, non si comporta diversamente da qualunque altro LCD: senza compensazione del moto, le linee risolte sono circa 300. Affidandosi al Motion Plus, la situazione cambia notevolmente. L’utilizzo in modalità non personalizzata è sconsigliabile, poiché impedisce una regolazione fine dell’intervento, con conseguente presenza di artefatti ben visibile, in varie occasioni. Abilitando le impostazioni “custom”, si può intervenire separatamente sull’aumento del dettaglio e sull’aumento della fluidità, in modo da adattare l’elaborazione al contenuto (per i film, ad esempio, conviene spingere meno sulla fluidità, se non si vuole alterare la natura del materiale).
L’impostazione migliore è “Movimento nitido LED”, un black-frame insertion ben fatto. La prima caratteristica interessante riguarda il calo della luminosità: ovviamente introdurre fotogrammi neri non può che abbassarne il valore, globalmente, tanto che non è raro trovare modelli che arrivano a tagliare fino al 50% della luce. La versione implementata sul HU8500 pare molto efficiente, con un calo di circa il 30%, più che sufficiente per conservare una luminosità ottimale sia al buio che in presenza di luce. Anche il flickering è molto ridotto, a tutto vantaggio del comfort visivo. Il risultato più apprezzabile, però, è quello relativo al livello di dettaglio, che aumenta in maniera molto consistente, arrivando intorno alle 1080 linee, specialmente se in combinazione con un pizzico degli altri controlli disponibili. Anche se utilizzato da solo, il black-frame insertion è perfettamente in grado di regalare un ottimo livello di dettaglio, senza causare la presenza di artefatti, che invece insorgono in varie occasioni, se si spinge troppo sulla compensazione del moto vera e propria. Come banco di test non c’è nulla di meglio di un incontro di calcio a risoluzione 4K, ripreso a 60 fotogrammi al secondo. Il materiale progressivo conferisce un impatto nettamente superiore, rispetto alle attuali trasmissioni interlacciate. L’efficace gestione del movimento consente di evitare, nella maggior parte dei casi, sdoppiamenti e “bordi fantasma”, permettendo di apprezzare molto meglio il quadro complessivo, che risulta, di conseguenza, molto meno piatto.
Trattandosi di un TV Ultra HD, non può mancare la disamina del livello di dettaglio. In realtà non c’è molto da dire: il contributo dato dall’elevata definizione è lampante, avvicinandosi allo schermo. Rispetto ad un Full HD, di dimensioni analoghe, si guadagna non solo in “tridimensionalità”, ma anche nella ricostruzione di un quadro più realistico ed incisivo. Emergono dettagli che su la risoluzione 1080p non permette di vedere. Un esempio molto chiaro è costituito dalle seguenti immagini.
La scena è la stessa: a sinistra abbiamo la visione ravvicinata dell’HU8500, a destra quella di un Full HD. Se si presta attenzione alla vetrina, si noterà che a sinistra è possibile leggere la scritta “Marie Claire”, mentre a destra questo particolare risulta impossibile da cogliere. Il filtro di sharpness realizzato da Samsung è molto efficace: il suo intervento è molto equilibrato, a patto di non esasperarne l’intervento, inserendo valori troppo elevati. Edge enhancement (bordi ispessiti) e Moiré sono virtualmente assenti, confermando la bontà degli algoritmi utilizzati. La distanza di visione gioca un ruolo chiave, per la percezione del dettaglio: per apprezzare adeguatamente i benefici dati dal pannello, probabilmente ci si dovrebbe posizionare intorno agli 1,5 metri di distanza. Allontanandosi si percepisce un progressivo calo, che culmina intorno ai 2 metri. Distanze ancora superiori rendono molto ostico distinguere un Ultra HD da un Full HD, a meno di non sapere già dove concentrare lo sguardo, ed anche in questo caso le differenze sono molto meno tangibili.
Il processore video integrato svolge il suo compito senza sbavature: l’upscaling è più che buono, ovviamente a patto di ricorrere a materiale di buona qualità. Con Blu-ray ed altre sorgenti HD, dunque, HU8500 è in grado di regalare soddisfazioni, compensando la penuria di contenuti Ultra HD. Se invece si passa ai programmi TV, la situazione cambia notevolmente, ed in peggio. Non si tratta, però, di un limite ascrivibile al TV: nessun processore video è in grado di inventare dettaglio dal nulla, soprattutto se la base di partenza ne è fondamentalmente priva all’origine. La risoluzione Ultra HD non sarà mai compatibile con un uso massiccio di sorgenti SD, ed è quindi bene ponderare le proprie esigenze in fase di acquisto, onde non orientarsi sul prodotto sbagliato.
Il 3D offre una visione luminosa e molto dettagliata, sicuramente un merito da attribuire al pannello Ultra HD. Gli occhiali forniti in dotazione riescono a contenere il flickering, rendendo la visione più piacevole, mentre il crosstalk è presente solo in alcune scene che potremmo definire “limite”. Complessivamente le sorgenti in tre dimensioni sono dunque riprodotte con una qualità ben superiore alla media.