Menu e calibrazione
L’interfaccia del televisore è basata sulla nuova versione del sistema operativo My Home Screen 2.0 (a sua volta basato su Firefox, che non ne segue però più lo sviluppo), decisamente più intuitivo e performante rispetto alle versioni precedenti, grazie anche a un nuovo media-player decisamente più versatile e capace di riprodurre davvero qualsiasi tipo di file video fino a risoluzione 4K Ultra HD (addirittura anche a 120 fotogrammi al secondo, seppur riprodotto a 60Hz e nessuna incertezza nell’agganciare eventuali cadenze a 24p), HDR10 e anche HLG sia da USB che via streaming DLNA. Non abbiamo riscontrato alcun problema né con file MKV, né tanto meno con gli Mpeg 2/4 e anche file .ts. Peccato per il mancato supporto al codec audio DTS, impossibile da riprodurre in qualunque circostanza.
Il menu di configurazione riprende invece la consueta impostazione Panasonic, graficamente “semplice” ma completa di tutte le funzionalità di controllo necessarie e anche qualcosina in più, come la possibilità di “forzare” il Picture Quantizer HDR10, il HLG o il gamut REC2020 (non è, invece, possibile forzare il DCI-P3). I preset di calibrazione da cui partire includono Dinamico (da evitare sempre!), Normale, Cinema (giorno), THX Cinema (notte), THX Bright Room (giorno), True Cinema (notte) e i preset di calibrazione ISF Professionale 1 (giorno) e Professionale 2 (notte). E’ poi previsto un banco “Personalizza” per chi volesse partire da zero nella calibrazione. Gli stessi preset sono poi replicati in modalità HDR e i banchi di calibrazione risultano totalmente indipendenti, consentendo tarature separate per il REC709 (SDR) e l’HDR10. Sono poi presenti una serie di funzionalità di elaborazione del colore, contrasto, risoluzione, riduzione rumore, che suggerisco vivamente di non attivare (se non quello di risoluzione, piuttosto efficace anche perché non particolarmente aggressivo). Da notare come la voce retroilluminazione solitamente presente nei TV LCD, venga sugli OLED giustamente siglata “Illuminazione” con un livello di regolazione selezionabile da 0 fino a 100. Nel menu avanzato è prevista anche la modalità “Gioco” che abbassa l’input lag fino a circa 25ms, senza intaccare altri parametri d’immagine.
Sebbene i preset THX Cinema e True Cinema siano piuttosto corretti, nonostante una temperatura colore leggermente troppo calda, il preset SDR REC709 più corretto è senz’altro il Professionale 2, anch’esso tendente al “caldo” a causa di un eccesso di rosso (visibile anche a occhio nudo) su tutta la scala dei grigi, che supera di poco un delta E medio di 3, ma con punte che superano anche il 4 dai 60 IRE in su. Molto buono, invece, il gamma che si attesta intorno a 2.4 con leggeri scostamenti dal riferimento alle basse e alte luci. A nostro avviso, invece, è leggermente troppo basso il punto del bianco di 105 cd/mq. Ovviamente, inutile parlare di livello nero (pari a 0, trattandosi di un OLED) e di rapporto contrasto, mentre la copertura gamut REC709 è del 96,5%. Una base di partenza più che lusinghiera per chi non volesse calibrare e suggeriamo solo di dare qualche punto in più di “Illuminazione”, arrivando magari a 34-35. I preset THX Bright Room, Cinema e Professionale 1 sono invece dedicati alle visioni diurne o in stanze illuminate e, sostanzialmente, ripropongono le stesse caratteristiche dei preset “notturni”, aumentando la luminosità e impostando un gamma 2.2 più aperto.
Partendo quindi dal preset Professionale 2, sonda e software di calibrazione alla mano, in poco più di 20 minuti abbiano ottenuto una calibrazione SDR REC709 (ideale per i Blu-ray, ad esempio) che rasenta la perfezione, grazie al menu di calibrazione (bilanciamento del bianco a 2 e a 10 punti e CMS colori; il gamma non l’abbiamo minimamente toccato, sebbene siano disponibili regolazioni su 10 punti) di una precisione disarmante. Risultato? Una scala dei grigi commovente con un delta E medio di 0,1 (non ci era mai accaduto), una temperatura colore D65 perfetta, un gamma 2.4 assolutamente lineare, un livello di luminosità finale di 128 cd/mq e colori con un delta E medio 0,2 e una copertura gamut REC709 finale che sfiora il 100%.
Per il nostro ambiente di prova (circondato da pareti bianche) abbiamo anche optato per una calibrazione con gamma 2.2 e un livello di luminosità leggermente più alto (circa 135 nit), ottenuta con altrettanta semplicità e precisione finale. Possiamo assolutamente affermare che l’EZ950 è il televisore più facile da calibrare in SDR che ci sia mai capitato e anche il più rigoroso.
Anche nel caso dell’HDR, il preset più corretto risulta essere Professionale 2, mentre per la visione diurna o in una stanza illuminata è possibile optare per il preset Cinema. Per quanto riguarda la modalità Professionale 2, siamo arrivati a misurare un picco del bianco 100% in finestra al 10% di 680 cd/mq, che salgono a 840 cd/mq con una finestra al 2%, mentre la scala dei grigi evidenzia miglioramenti attuabili sia alle basse luci, sia alle alte, in cui prevale troppo il rosso. Quasi perfetta invece la curva EOTF, con il tone mapping che comincia a intervenire gradualmente intorno alle 500 cd/mq. Di default la copertura gamut DCI-P3 è del 95%.
Con la sola calibrazione del bilanciamento del bianco su 2 punti si riescono a correggere gran parte degli scostamenti della scala dei grigi, dovendo poi intervenire con le regolazioni a 10 punti a 50 e 60 IRE, ottenendo un picco del bianco con finestra al 10% di 730 cd/mq e di ben 890 cd/mq con finestra al 2%. Il tone mapping interviene conseguentemente un po’ più su (intorno alle 550 cd/mq, sempre gradualmente) e migliora anche la copertura gamut DCI-P3 salendo al 97%. Per essere un OLED, sono prestazioni HDR (specie il picco del bianco) impensabili fino a un paio d’anni fa e si nota l’esperienza di Panasonic nella gestione del tone mapping.