La Commissione Europea ha stabilito nuove regole per la fruizione dei contenuti in streaming (video, musica, libri digitali, videogiochi e sport) all’interno dell’Unione Europea. A partire dal 1 gennaio 2018, i content provider che operano in Europa non potranno più applicare meccanismi di “geoblocking” per la fruizione dei servizi in streaming. In pratica un italiano abbonato a Now TV o con i requisiti per la riproduzione di Sky Go o Premium Play, potrà finalmente usufruire dei propri abbonamenti anche recandosi in un altro paese dell’Unione Europea. Lo stesso varrà anche per i vari Netflix, Amazon Video, Spotify, Deezer che dovranno assicurare l’accesso al catalogo contenuti del proprio paese anche spostandosi in un altro paese dell’UE.
Dopo l’eliminazione dei costi di roaming voce e dati (che entreranno in vigore a partire dal 15 giugno 2017), la Commissione Europea mette a segno un ulteriore importante tassello nella direzione di un unico mercato digitale all’interno dell’Unione Europea. L’oibiettivo finale sarà quello di riuscire a imporre ai detentori dei diritti l’abolizione dell’attuale frammentazione, per consentire – ad esempio – a un italiano di abbonarsi liberamente e senza restrizioni a qualsiasi servizio in streaming o televisivo satellitare disponibile in qualsiasi altro paese dell’Unione Europea. Per quest’ultimo passo ci vorrà ancora tempo, perché i legislatori stanno registrando una forte resistenza da parte delle lobby dell’industria del broadcasting e dell’audio-video, abituati fino ad ora a trattare la vendita dei diritti paese per paese, moltiplicando così i ricavi di ogni singolo diritto.
Per quanto riguarda i servizi a pagamento, la portabilità del proprio abbonamento in qualsiasi paese dell’Unione Europa dovrà essere implementata entro i prossimi 9 mesi ed essere operativa a partire dal 1 gennaio 2018. Una deroga è consentita solo per i servizi in streaming gratuiti (come le catch-up TV – vedi RayPlay), che potranno decidere liberamente se consentire o meno la portatibilità negli altri paesi dell’Unione Europa.
Per maggiori informazioni: comunicato stampa
Fonte. Commissione Europea