I visori sono tra i prodotti più interessanti, in prospettiva. Sono ormai molti i marchi che stanno sviluppando (o hanno già lanciato) un proprio modello: possiamo citare il Gear VR Samsung, HoloLens di Microsoft, Project Morpheus di Sony, IWear di Vuzix e ovviamente Oculus Rift, l’iniziatore di questo trend. In questo mare magnum esiste anche un prodotto che si differenzia nettamente dagli altri. Parliamo di Glyph, attualmente in sviluppo presso Avegant. Glyph nasce grazie ad una campagna su Kickstarter, avviata nel gennaio dello scorso anno. Il crowdfunding fu un successo, con circa 1,5 milioni di dollari raccolti. Ad un anno di distanza il progetto è in piena salute, e si avvia verso la fase finale, con la commercializzazione prevista per quest’anno.
Il prototipo attualmente in uso è piuttosto vicino a quello che dovrebbe essere il risultato definitivo, pur con alcune rifiniture o finezze (come alcuni cavi esposti) ancora mancanti. La prima differenza, tra Glyph ed i dispositivi che abbiamo nominato in precedenza, è data dalla natura stessa di questo visore. Glyph non è solamente un visore: l’aspetto vi ricorda da vicino quello di una cuffia, ed è assolutamente naturale, perché effettivamente è possibile limitare l’utilizzo alla sola fruizione dell’audio, ignorando il video. E’ infatti nell’archetto regolabile che si nasconde il visore vero e proprio. L’utente può decidere di utilizzare Glyph come cuffie, mantenendo l’archetto in orizzontale, sopra la testa, oppure di passare alla modalità video, posizionando l’archetto in orizzontale, davanti agli occhi.
La seconda differenza, ancora più rilevante, è di carattere tecnologico. Glyph non utilizza display LCD o OLED. A comporre le immagini è la tecnologia di proiezione con micro-specchi (opportunamente adattata), la stessa che troviamo sui proiettori DLP. Avegant definisce questo sistema Virtual Retinal Display. Le immagini non sono composte su display, dunque, ma vengono visualizzate convogliando la luce direttamente verso gli occhi. Per eseguire questo compito vengono utilizzati poco meno di due milioni di micro-specchi, con una risoluzione pari a 1280 x 720 pixel per ciascun occhio. Un ingresso HDMI permette di collegare una vastissima gamma di dispositivi, consentendo anche la semplice visione di un film. Il visore è comunque dotato di sensori per tracciare i movimenti del capo, e può quindi riprodurre contenuti ideati per la realtà virtuale, con la possibilità di modificare il punto di visione a 360°.
Il campo visivo è di circa 45°, non ampissimo, per un visore VR, ma particolarmente indicato per la visione dei film. Avegant sta comunque ancora lavorando su questo aspetto, per offrire anche un’esperienza più coinvolgente, per chi ne sentisse il bisogno. E’ comunque evidente che il focus è, prima di tutto, la fruizione dei media, con la realtà virtuale messa in secondo piano. Glyph dovrebbe giungere sul mercato con un prezzo di listino di circa 600 dollari.
Fonte: Engadget