L’Europa sembra finalmente pronta alla creazione di un mercato digitale unico. A portare avanti il progetto è la Commissione Juncker, che si è prefissata l’obiettivo prioritario di rimuovere tutti gli ostacoli. In tal modo le libertà del mercato unico potranno essere estese al settore digitale, incentivando anche la crescita e l’occupazione. Il piano, presentato nelle sue linee guida da Andrés Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, sarà presentato a maggio.
I punti su cui intervenire sono numerosi: anzitutto va semplificato il commercio elettronico transfrontaliero, ora disincentivato soprattutto dalle spese di consegna a carico dei consumatori, a volte persino superiori al prezzo effettivo dei prodotti. Il secondo punto, importantissimo, riguarda i cosiddetti “geoblocchi“. Con questa locuzione si intende indicare quella forma di protezione dei contenuti, applicata sul web, atta ad impedire l’accesso a tutti coloro che non risiedono in un determinato Paese. E’ il motivo per cui servizi come Netflix non sono disponibili in tutta Europa. Le licenze relative ai contenuti in streaming, infatti, sono oggi gestite dai singoli Paesi, e quindi un servizio disponibile in Germania potrebbe non essere presente nel Regno Unito, oppure potrebbe essere disponibile anche in Francia, ma con contenuti almeno parzialmente differenti.
La discriminazione in base al Paese di residenza, con servizi assenti, o con prezzi / contenuti differenti, non è più concepibile, secondo la Commissione. Per raggiungere questo scopo si deve anche modernizzare il diritto d’autore, garantendo il giusto equilibrio tra interessi degli autori e interessi degli utenti / consumatori. L’obiettivo è di migliorare l’accesso alla cultura, rendendo disponibili maggiori opportunità per artisti e creatori di contenuti. La Commissione intende anche intervenire sul regime IVA, semplificandolo, soprattutto per le piccole e medie imprese, spesso alle prese con problematiche tributarie, causate dalla complessità delle norme, differenti da Paese a Paese.
Per maggiori informazioni: documento della Commissione Europea
Fonte: Commissione Europea