Caratteristiche tecniche
Pannello | 3 x SXRD 0.74″ |
Risoluzione | 4096 x 2160 pixel |
Lampada |
UHP 230W |
Luminosità | 1.500 Lumens |
Contrasto | 20.000:1 |
Obiettivo | Zoom 2,06x con lens-shift motorizzato |
Ingressi | 2x HDMI 2.0, LAN, RS-232C, USB 2.0, 2x Trigger 12V, Ingresso IR mini-jack, supporto HDMI Wireless (opzionale) |
3D | Sì (con emettitore RF integrato) |
Rumorosità Eco | 26dB |
Dimensioni | 496 x 195 x 464 mm |
Peso | 14 kg |
Manuale | Sony VPL-VW300ES |
Prezzo | 6.999 Euro |
Per maggiori informazioni: www.sony.it – Sony VPL-VW300ES
La prima e più evidente ragione per acquistare questa macchina è rappresentata dall’essere un esponente della linea di macchine 4K native: i pannelli sono SXRD (Silicon X-tal Reflective Display, dove X-tal sta per Crystal) con cristalli Vertically Aligned Nematic (VAN) dotati di una velocità particolarmente elevata che consente refresh di 200 immagini al secondo, con un tempo di risposta di 2,5 millisecondi. Ricordiamo che si tratta di un pannello LCD che funziona per riflessione, ossia il percorso della luce attraversa il pannello, viene riflesso dallo strato a specchio posto sotto di esso e, riattraversando il cristallo liquido, viene indirizzato verso lo schermo.
Proseguendo con le caratteristiche che la Sony richiama per il proprio proiettore, troviamo la tecnologia Triluminos applicata al motore ottico ed ai pannelli, che si occupa di offrire una “qualità superiore” ottenuta tramite l’ampliamento della gamma cromatica. Direi che tutta la gamma Sony è investita da questa innovazione, dato che la ritroviamo anche sugli smartphone. La capacità di trattamento dei segnali a 4K arriva a 60 fps con un segnale YCbCr 4:2:0 ad 8 bit, ma forse la cosa che interessa di più dal punto di vista pratico è la presenza del processore Reality Creation, che tratta i segnali HD riportandoli, tramite un upscaling decisamente valido, alla risoluzione nativa del pannello, ossia 4K. A questo si accompagna un Motionflow che la casa definisce “semplificato”, nel senso che la modalità “Combination” contiene le precedenti “Film Projection” e “Motion Enhancer”.
Aggiungiamo infine un’ottica con escursione 2.06x dello zoom, che non è esattamente un fondo di bottiglia e che realizza una base di 2.70 metri ponendo il proiettore tra circa 3.5 e 7 metri… per terminare con quello che non c’è. In questo modello, in analogia con il proiettore Full HD HW40ES (di cui leggerete a breve la prova), Sony ha rinunciato all’Iris dinamico. Ossia il nero è prodotto unicamente dalla matrice e dal motore ottico, senza artifici di sorta: questo significa la certa riduzione degli eventuali disturbi dovuti all’entrata in funzione del diaframma, ma anche, come vedremo, una soglia più elevata del nero.
Per vostra informazione, dal punto di vista della sorgente non abbiamo nulla di particolarmente rivoluzionario, dato che la dotazione è costituita da una semplice lampada UHP da 230W dimmabile su due valori. Il consumo, un dato che oggi è di particolare interesse, è particolarmente contenuto, in quanto non eccede i 340 W.
Dal punto di vista del cabinet, questo VW300ES non si distacca dalla linea delle nuove realizzazioni della casa giapponese, e ci offre una struttura robusta ed ottimamente costruita, dove domina la grande “rosa” dell’ottica, affiancata dalle due feritoie degli scarichi dell’aria (posti sul frontale per non rappresentare un vincolo nell’installazione vicina alla parete di fondo di casa). Non c’è molto altro, dato che la sezione delle connessioni è limitata a due HDMI in versione 2.0 con supporto HDCP 2.2, una presa LAN, una USB ed una seriale. Non ci sono più ingressi analogici, e credo che la cosa, soprattutto in una macchina di questo tipo, non debba sorprendere nessuno né lasciare spazio a recriminazioni. La sezione comandi è completata dai tasti di controllo che, posti sul lato opposto, consentono di accedere ai menu ed al controllo della lente. Non c’è altro, oltre ovviamente alla presa per il cavo di alimentazione.
Il telecomando è del tutto simile ai precedenti, e va considerato del tutto adeguato alla classe della macchina, dato che permette l’accesso agli 8 preset di calibrazione (più quello User) e la chiamata diretta delle funzioni più interessanti in campo HT, come aspect ratio, Motionflow, spazio e temperatura colore, color e gamma correction, Reality Creation ed altri. Inutile dire che è retroilluminato e permette una facile gestione. A mio parere, è difficile progettare un’interfaccia più semplice da usare in campo Home Theater, per quanto, come sapete, io personalmente ritenga che ci si abitui molto facilmente a qualunque unità. Ma questo è avanti agli altri…
Ultima informazione, per gli appassionati della materia: si tratta di una macchina 3D. Se vi interessa…