Conclusione : Un proiettore a LED da mettere in tasca ed in grado di proiettare con facilit
Detto questo, il Qumi Q5, che non è una novità, rientra bene in questa categoria di valutazione: risoluzione 1280 x 800, DLP a LED, estremamente compatto e trasportabile con facilità anche dentro la borsa del PC. Non ci possiamo aspettare prestazioni superlative (che infatti non ci sono) da questo proiettorino, ma lo possiamo adoperare per condividere con efficacia le nostre presentazioni mentre stiamo lavorando, può diventare un secondo o terzo monitor del PC di casa, può farci vedere le foto delle vacanze in albergo su un qualunque muro (naturalmente, lo dico perché l’ho fatto…) ed, ancora, lo possiamo tranquillamente usare come alternativa al televisore di casa. Questo perché regge tranquillamente i canonici 60” che fanno concorrenza ad un TV, ma ad un prezzo ridotto. E questo elemento oggi appare senz’altro interessante.
Pannello | TI DLP DMD 0.45”, tilt 12°, WXGA Dark Chip3 |
Risoluzione | 1280 x 800 pixel |
Lampada / Durata | LED RGB / 30.000 h |
Luminosità | 500 Lumens |
Contrasto | 10.000:1 |
Obiettivo | Focale fissa – 1.55:1 |
Ingressi | HDMI 1.4, VGA, Composito, Audio Out (mini-jack), USB, Wi-Fi |
3D | Sì (DLP Link) |
Rumorosità Standard / Eco | 36dB / 28dB |
Dimensioni | 160 x 102,4 x 32,3mm |
Peso | 490g |
Manuale | Qumi Q5 Italiano |
Prezzo | 699 Euro |
I dati introduttivi, al di là di un esuberante flusso luminoso dichiarato in 500 Lumens (molto, molto ottimistico…), vedono una confezione dove è presente un alimentatore esterno, un cavo VGA per collegare un computer ed uno HDMI per qualunque sorgente (lettore Blu-Ray, macchina fotografica, PC, console, smartphone…), una borsetta morbida per il trasporto (utile per non rigare la superficie “laccata” nera, che è una delle cinque finiture disponibili) ed un piccolo telecomando.
La connettività, come ci possiamo aspettare, rappresenta il suo forte: HDMI 1.3, universale 24 pin con supporto VGA, A/V in e out su pin da 3.5 mm standard, USB tipo A per lettore multimediale e chiavetta, e, integrato nel menu iniziale, Office Viewer. Questo significa, in pratica, che infilando una presentazione Power Point o un foglio Excel la lettura del file sarà immediata e senza necessità di caricare altro. La stessa cosa avviene naturalmente con le fotografie ed il Qumi può anche essere dotato di un dongle wi-fi opzionale (ne ho provato uno che avevo in casa e non funziona: suppongo quindi dobbiate acquistare quello originale perché il firmware ne abiliti i driver) in grado di connettersi alla vostra rete domestica e di farvi anche navigare in Internet grazie al browser integrato.
Se non dovesse funzionare il telecomando, dal coperchio superiore (che, nella versione nera che vedete, mostra una certa tendenza a rigature da uso quotidiano) potete comunque controllare l’accesso al menu principale e la lettura automatica delle sorgenti, tramite i consueti tasti a sfiormaneto che sono anche retroilluminati.
L’ottica è chiaramente fissa, con un rapporto di proiezione di 1.55:1 ed una rotellina di messa a fuoco che permette di ottimizzare questa importante funzione (anche se la nitidezza, una volta messa la macchina a circa due o tre metri di distanza, mi è quasi sempre sembrata già buona così, tanto da farmi pensare ad un laser: cosa che non è…).
Nell’uso ho trovato comodo il piccolo altoparlantino da 1W, che può essere usato da solo (tramite l’ingresso HDMI), oppure bypassato tramite l’uscita A/V. Quando ho impiegato questa soluzione (ero sempre al mare… i film si vedono anche lì!) ho dovuto combattere un pochino con il jack, che faticava a fare contatto: ma probabilmente era un difetto delle casse da PC che avevo. Avere un’uscita audio non è assolutamente inutile!
Che formati possiamo dare in pasto al Q5? Sul manuale c’è scritto questo. Video: H.264 fino a 720p a 30 fps; MPEG-4 video fino a 2.5 Mbps, 640 x 480 pixels a 30 fps; Motion JPEG (M-JPEG) fino a 35 Mbps, 1280 x 720 pixels, 30 fps; VC-1; DiVX, WMV9, Real Video ed AVS. In realtà sembra mancare un elemento piuttosto importante rappresentato dal pieno supporto per il 1080. Dato che ho visualizzato senza problemi un 1080p, penso possiate stare tranquilli sulla compatibilità con qualunque film in HD… Solo una nota: con un BD a 24p collegato direttamente senza passare per l’amplificatore, la riproduzione video va tranquillamente avanti, ma dal piccolo altoparlante fuoriesce un “rumore rosa” (a prescindere dalla codifica) che non mi sono riuscito a spiegare. Chiaro che vedremo un film almeno con il supporto di un altoparlante esterno… ma lo vedremo di certo! Audio: MP3 e WMA. Foto: JPG, BMP e PNG fino a 4000 x 3000 pixels (non è supportato il RAW, per cui chi fotografa in questo modo si prenda la briga di salvare anche in JPG sulla macchina). Office: Word, PowerPoint ed Excel 2007, PDF e .txt.
Non dimentichiamo il piccolo telecomando a corredo: è la classica unità economica alla quale siamo abituati per switcher, telecamere ed apparati che non sono basati, come un videoproiettore, sulla necessità di tasti specifici e retro-illuminazione. Per quanto inerentemente scomodo nell’uso, non mi sento di criticare una scelta del genere, vista la classe del prodotto. Magari con poco si sarebbe potuto fare meglio (mi sono spesso trovato in difficoltà al buio, sbagliando tasto), ma non si può volere tutto…
Memoria interna da 4GB, dimensioni 160 x 102,4 x 32,3 mm, rumorosità dichiarata in 28/36 dB (a seconda della potenza che state adoperando, ma in fase di accensione e spegnimento questo valore, quale che sia dato che non è spiegato a che distanza dovrebbe essere prodotto, cresce sensibilmente).
La differenza tra Eco e Normal mode è sensibile, tanto da far pensare ad un valore di dB superiore: detto chiaramente, la risposta alla domanda “E’ rumoroso?” è senz’altro “Sì”.Nell’immagine qui sopra, tratta dal manuale di servizio, vedete il percorso che segue l’aria per entrare (verde) ed uscire (rosso) dal proiettore, ovviamente per raffreddare adeguatamente il DMD. Con delle dimensioni così compatte è inevitabile che si generi anche del rumore.
Risoluzione nativa WXGA (1280 x 800) e massima accettabile UXGA (1600 x 1200) a 60 Hz, rapporto di contrasto nativo 10.000:1 (ma dove?) e durata dei LED dichiarata in 30.000 ore completano la descrizione delle caratteristiche di questo piccolo DLP.
Le funzioni software a disposizione permettono di controllare abbastanza bene questa macchina, nel senso che rappresentano una versione semplificata (ma nemmeno troppo) di quanto a disposizione con un proiettore per Home Theater.
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Le funzioni software a disposizione permettono di controllare abbastanza bene questa macchina, nel senso che rappresentano una versione semplificata (ma nemmeno troppo) di quanto a disposizione con un proiettore per Home Theater. Nella galleria di schermate che vedete qui sopra potete rendervi conto da soli di cosa possiamo modificare. Abbiamo comunque accesso ad una regolazione del gamma su 5 possibili livelli preimpostati e su 3 valori di temperatura colore. Questo vale solo per i due settaggi User, gli altri sono a regolazioni fisse: Presentation, Bright, Game, Movie, TV ed sRGB. L’altro elemento da tenere in conto è il livello di uso dei LED: esiste anche una funzione Eco, che però riduce l’emissione del proiettore anche se in modo estremamente regolare. È possibile anche modificare il BrilliantColor su 10 livelli: per quanto non sia un fanatico di questa soluzione di casa Texas, in alcuni casi può aiutare, e questo è certamente uno di quelli, perché si riesce a regolarizzare il comportamento cromatico in modo determinante. Potete anche controllare l’aspect-ratio e parecchie altre cosette accessorie, il che mi porta a valutare la siderale distanza tra i primi pocket projectors (che avevano un menu basato su due posizioni: “ACC” e “SPENT” e ve li dovevate far bastare) e questo DLP, che almeno ci dà l’impressione di avere a che fare con un… proiettore! Tenete anche presente, come facilmente individuabile dalle schermate reali di uso, che dall’ingresso HDMI sono inibiti alcuni parametri che invece, entrando in analogico, risultano a disposizione. Ultima cosa, per gli amanti del genere (che mi auguro in estinzione): il Qumi è anche 3D, con il DLP Link ed occhiali IR 3D Shutter. Se vi va di provare… ci sono le istruzioni sul manuale!
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Anche se forse le misure video non sono il tema portante di Tech4U, come mio solito le ho fatte lo stesso… ma non ve le spiattello tutte! L’elemento più importante è ovviamente quello del flusso luminoso che questa macchina può portare sullo schermo: il valore medio che ho rilevato in condizioni di default con il pattern specifico per la misure del CLO (più avanti la spiegazione, non temete…) è stato di 189.43 Lumens: c’è una notevole disuniformità tra le zone dello schermo, in parte attribuibile al disegno molto compatto ed in parte all’ottica, a mio parere. Chiaro che siamo molto distanti dai 500 dichiarati, per i quali non vedo proprio come ci si possa avvicinare, dato che in default la macchina è già in modalità Normal e non Eco, e considerando che il livello massimo rilevato è stato di 208.15 Lumens nella zona centrale destra dello schermo. Purtroppo queste sono le forzature del marketing: qui vedete il manuale di servizio, facilmente reperibile su Internet, dove il valore dichiarato è non solo onesto, ma addirittura conservativo:
Parlare di 170 Lumens in modalità Bright è decisamente più serio, e questa dovrebbe essere la specifica fornita! Oltretutto il produttore ci farebbe una figura da galantuomo, perché invece che rincorrere le sirene di improbabili LED che sparino flussi luminosi importanti ma impossibili con questo form factor, darebbe un valore reale, che, guarda caso, è proprio quello che ho rilevato…
Un parametro che può avere interesse valutare è la misura del CLO (Color Light Output), introdotto nel 2012 per dare un’idea pratica dell’effettivo flusso luminoso (colorato) che un proiettore è in grado di erogare. Per essere seri e trasparenti (ripeto, come al solito…) va detto che questa modalità è stata provocatoriamente introdotta dal consorzio 3LCD per far valere una presunta superiorità di questa tecnologia sul DLP. In pratica si tratta di usare un pattern che alterna nove riquadri RGB nelle tre possibili posizioni sullo schermo, e fare la media dei livelli luminosi rilevati. Questa misura ha un suo perché, dato che va a mostrare l’efficienza pratica del proiettore nel trasmettere energia su tutti i colori contemporaneamente, ossia non solo con il bianco. Ha senso ancora di più in ambito Home Theater, dato che sappiamo che del bianco da solo ce ne… freghiamo abbastanza, visto che vediamo immagini a colori e non in bianco e nero! I numeri: se il valore medio del bianco è di 189.43 Lumens, il corrispondente valore CLO è di 129.80. Questo porta ad un livello di “Efficienza CLO” pari al 68.52%. A titolo esemplificativo e per mettere un confronto, una macchina LCD che ho misurato per fare un paragone diretto e che avevo in casa in quel momento mi ha dato una risposta di Efficienza CLO pari a circa il 100%, pur avendo un’emissione molto più elevata. Con le prossime rilevazioni vedremo anche dove condurrà questa strada, dato che, onestamente le misure che ho ora sono ancora troppo poco rilevanti come campione statistico.
Non volevo mettere misure, ma poi non ho resistito. Vi dico solo che ho effettuato tutte le rilevazioni nelle varie modalità di default (quando resettate tutto il Qumi va in Movie) ma con il LED in posizione Eco. La cosa pazzesca di questo proiettore è la sua tetragona stabilità alle variazioni: i valori si ripetono, costanti e regolari (sui livelli delle diverse impostazioni, è chiaro), e questa è la migliore garanzia di facilità d’uso. Perché in questo modo non è praticamente possibile fare danni! La differenza tra default e calibrazione esiste ed è visibile nel valore del gamma, che in partenza è troppo elevato (2.75): sono riuscito ad arrivare al fatidico valore di 2.2 con una eccellente regolarità, come si vede dai due grafici seguenti.
Default (Gamma= 2.75):
Calibrazione (Gamma= 2.22)
Per vostro riferimento, questa è la condizione di partenza del valore User da cui sono partito:
Gamma User default (Gamma= 3.47)
Le compressioni sono totalmente evidenti: ad un valore del genere non è possibile associare altri che neri compressi e nessun dettaglio. Ma ci si può lavorare…
Situazione analoga sull’equilibrio cromatico del Qumi. Questo il default. La macchina è decisamente troppo blu.
E questo invece il risultato della calibrazione:
La ragione per cui ho preferito aggiungere un po’ di rosso in più la scopriamo vedendo la risposta spettale, i cui valori sono solo quelli in condizione di calibrazione. Questo il risultato al 40 ed all’80%:
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Appare evidente una eccessiva preponderanza del blu rispetto ad una visione Home Theater corretta, per cui la scelta di privilegiare una certa esuberanza del rosso nella risposta RGB era quasi obbligatoria.
La cosa che mi ha lasciato stupefatto è stata che, continuando a prendere rilievi strumentali, i rapporti tra la condizione di default e quella di calibrazione rimanevano sempre gli stessi, ed, ancora più sorprendente, il fatto che variando il livello del LED tra Eco e Normal ci fosse una sorta di relazione matematica costante tra le misure. Non credo di aver mai visto una cosa del genere in tanti anni!
Questa cosa la comprendiamo analizzando brevemente l’emissione luminosa del Q5. Il valore massimo di 180.57 che trovate nel grafico è del tutto assimilabile ai 189.43 medi del grafico del CLO, in quanto i due pattern sono diversi (si tratta quindi di uno scarto di misura che è ampiamente nei limiti del prevedibile).
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Il fatto che ha dell’incredibile è questo: se facciamo il rapporto tra i valori in default (a 0, 40 e 100%) tra la modalità Normal e quella Eco (ad esempio 182.01 / 43,76), otteniamo un numero pari a 4. Facendo la stessa operazione per i valori in calibrazione, il rapporto è, ancora una volta, praticamente sempre uguale a 4! In altri termini: la variazione tra modalità Eco e quella Normal porta ad un’emissione di volte superiore, costantemente. E questo è vero anche per l’equilibrio cromatico ed il gamma, che non sono affatto alterati dalla superiore emissione luminosa! Vi sto facendo questo “pippone” perché questo fenomeno è raro quanto una vittoria dell’altra squadra di Roma (che non è la Roma…) nel derby: non succede quasi mai!
In pratica: ho fatto la calibrazione su valore in Eco, ho spostato su Normal, ed a parte i Lumens, non è cambiato nulla: mantenere le stesse regolazioni con la certezza di avere un proiettore sempre a posto è un fatto davvero inusuale. Ecco perché a mio avviso questa macchina, visto il fattore di moltiplicazione ricorrente, si sarebbe dovuta chiamare Qumi… Q4!
Un’ultima osservazione sul perché abbia scelto, anche a costo di scendere a soli 48.57 Lumens (che sono pochi, lo ammetto), la modalità Eco. Il livello del nero, che ad una macchina del genere non è richiesto, è invece accettabile: 0.065 Lumens non rappresentano certo il buio, ma, per darvi un riscontro concreto, sono praticamente l’identico valore (era 0.067) del BenQ W5000, una macchina che molti ricorderanno come ben performante, e solo poco più del doppio del mitico Sony VW-200 (0.025). Ma per rimanere nella categoria dei portatili, una macchina come il NEC L50W che mi è piaciuta molto, si è fermata a 0.291 Lumens, mentre quello che era il portento della categoria e mi aveva impressionato, ossia l’LG HX300G, ha prodotto un valore un po’ più alto del Qumi, ossia 0.077 Lumens. E non pensate che questi numeri su uno schermo diano vita ad immagini uguali, perché sono tranquillamente visibili!
Rapporto di contrasto: vi riporto i miei “consueti” CR100 (il numero tradizionale, ossia il classico bianco su nero) ed il mio (più affidabile e significativo) CR40 (rapporto tra il 40%, valore più in uso per applicazioni HT, ed il nero).
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A parte notare ancora una volta una linearità ragguardevole, i valori non sono (e non possono essere) stupefacenti per applicazioni Home Theater. Vi ribadisco che questo proiettore non è high-end, ma semplice versatilità. E qui ci dobbiamo accontentare e lasciare spazio, se vogliamo la prestazione da bocca aperta, a soluzioni specifiche. Come al solito, non è un solo valore che crea la prestazione di un proiettore, ma l’insieme: e combinando colori e linearità a questa soglia del nero, direi che la performance esibita da questo Qumi è di rilievo: quando ho finito di calibrarlo ero contento, ho chiamato mio figlio Federico (che oramai ritiene che solo il monitor del Mac sia un riferimento) e gli ho chiesto cosa ne pensasse. “Papi, anche con questi scatolotti hanno fatto dei progressi enormi!”. Vedere che negli occhi di un ventenne alberga ancora dello stupore fa piacere: così si va a dormire contenti!
Vi posso dire che il Qumi Q5 assolve pienamente ai compiti per i quali è stato progettato. Nel senso detto all’inizio di questo articolo, ossia come proiettore di back-up o visualizzatore di foto e filmati in condizioni di emergenza o dove sia necessaria una notevole rapidità d’uso. Non è, e non può essere, una macchina da Home Theater assoluto, ma questo penso non possa venire in mente a nessuno, nemmeno ai suoi progettisti. Il livello del nero (comunque sollevato rispetto ai suoi “concorrenti HT veri”) lo risolviamo con il solito trucchetto: concentriamo la nostra visuale solo sulla parte illuminata. Il resto lo fanno dei colori che sono sempre gradevoli e piacevoli da osservare (un po’ ammorbiditi con il trucchetto del rosso di cui vi ho detto), non stancanti ma sufficientemente dotati di sottigliezze da poter guardare un film, consci del fatto che non stiamo perdendo la metà del lavoro compiuto dal direttore della fotografia. La riproduzione è credibile e la visione sullo schermo è tale da farci concentrare sul film stesso e non sulle sue mancanze visuali. Questo per quanto attiene al comparto video HD. Per completezza e per non pensare di aver trovato l’eden in Terra diciamo anche che dall’ottica (che di certo non è il pezzo forte di questa macchina) fuoriesce una quantità di luce spuria notevole, che va a sporcare ciò che arriva sullo schermo. Questo, per migliorare la situazione, dovrebbe non essere un 244 di base come nel mio caso, ma della effettiva dimensione scelta per la proiezione. In questo modo la luminosità esterna va a finire fisicamente fuori dall’area di proiezione e da’ meno fastidio.
Nelle due immagini che si vedono sopra e sotto, guardando attentamente potete vedere in quella superiore le barre grigie di un nero che nero non può essere. Nella seconda (a parte ovviamente il formato che è diverso) questa situazione è migliorata (nella seconda foto) dall’aver usato uno schermo (oltretutto grigio a reiezione di luce ambientale) che, con la sua cornice, contribuisce a staccare meglio l’immagine dal resto ed a migliorare il contasto soggettivamente percepito. Sono piccoli trucchi che potete usare solo se avete in mente un’installazione stabile del Qumi; altrimenti, anche il classico muro bianco andrà bene lo stesso…
Ho tentato anche l’improbabile, nel senso di snaturare a forza questa macchina: la proiezione sui miei classici 244 cm. di base. Risultato? Beh, certo, non siamo al top di quanto oggi ci siamo abituati a vedere, nel senso che la chiusura totale di qualunque sorgente luminosa esterna diviene tassativa, al limite della dark room (il che fa a pugni, me ne rendo conto, con l’installazione di questa macchinetta). Ma se vogliamo tentare l’avventura, o per sfida o per tigna o per rottura della macchina principale, si può anche fare (chiaramente, in modalità Normal). Non voglio apparire blasfemo, ma un proiettore che ho amato come pochi, ovvero il citato Sony VPL-VW200 di tanti anni fa, mi fornì, in condizioni di calibrazione, 154 Lumens. Prendete questa affermazione con le molle, dato che lì avevamo una macchina da 0.025 Lumens di nero e di livello assoluto in termini di Home Theater (anche se dell’epoca: parliamo del 2008), ed interpretiamola solo per il livello massimo di cui un proiettore è capace. Non sto dicendo che il Qumi Q5 ed il Sony VW200 siano la stessa cosa, ma che se 154 Lumens erano sufficienti per uno schermo da 244 cm. nel 2008, ci possiamo anche accontentare di 189 nel 2014! Si sente la mancanza di una risoluzione 1080? Probabilmente no, dato che siamo mentalmente disposti ad un compromesso. Il tecnologo che è in me, o se volete l’appassionato che vuole tutto, vi dice anche che se avessi a disposizione una risoluzione 1920 x 1080, pur nella consapevolezza di non averne tutto il bisogno del mondo, sarei più contento ancora: d’altronde il mio smartphone è 1080 pur essendo solo di 5”… anche se la razionalità mi fa dire che su 5” il 1080 non lo percepisco nemmeno se mi sguercio a distanze di visione improbabili! Qui forse mi farebbe piacere avere un 1080 con 250-300 Lumens veri nello stesso form factor, per dire di avere quasi l’empireo: ma non esageriamo!
Se invece usiamo questo proiettorino come televisore, le cosa vanno ovviamente ancora meglio: abbiamo così la possibilità di fermarci ai 60” di cui parlavo all’inizio, che rappresentano un display attuale ed anche molto grande. Non nel prezzo, ovviamente. A questo punto la “densità” dell’immagine sullo schermo è ampiamente sufficiente per essere percepita come adeguata, e siamo all’interno di quanto suggerisce il costruttore (che parla di un massimo di 90”), e la macchina lavora per quello che realmente può fare. L’installazione può avvenire anche su un mobile (ovviamente dovete bloccarlo per evitare scivolamenti) oltre che sul classico treppiede che è la sede naturale, ed avendo a disposizione il classico tavolino basso dove nel ripiano inferiore mettete le sorgenti, il Qumi può tranquillamente funzionare da televisore, sfruttando due elementi. Il primo è che proietta con un angolo tale da sollevare l’immagine del 10% in altezza rispetto alla distanza di proiezione (in pratica, a due metri di distanza dallo schermo l’immagine è alta 20 cm. più del piano dove è posto il Qumi), il secondo è che la macchina è dotata di una funzione di auto-keystone che funziona decentemente. Chi mi conosce sa che ABORRO l’uso di questi dispositivi digitali che alterano la qualità dell’immagine, ma qui siamo in una categoria diversa: il compromesso è d’obbligo, e quindi un keystone scarsamente avvertibile come questo non può che aiutare. Ovvio che su una macchina high-end il ragionamento sia diverso, ma tutto va posizionato in relazione alla finalità d’uso (ed al prezzo, lasciatemi dire).
Non posso negarvi che il salto di luminosità percepita tra le due modalità operative è notevole, e quindi passare all’Eco da’ all’inizio qualche dubbio. Ne vale la pena? La risposta per me è senz’altro sì: chiudete bene le luci, ma così potete guardarvi davvero in santa pace un film su 60”! Alla fine, la situazione di visione abituale è stata questa (al meno, ovviamente, della visione di partite od eventi sportivi, dove tornate tranquillamente al Normal mode: ma tanto non dovete cambiare nulla dei parametri di calibrazione ed il risultato è sempre corretto!) e devo dire che mi sono accontentato di neanche 50 Lumens.
In queste condizioni quindi l’uso del Q5 è del tutto gradevole: film “al volo”, televisione, fotografie, proiettore per le vacanze, presentazioni di lavoro: può fare di tutto, e lo fa sempre in maniera adeguata. Non uso il termine eccellente, perché altrimenti potreste pensare “Andrea Manuti è impazzito e si è venduto al mercato, giudicando come ottime macchine di fascia bassa”. Non è così: credo solo che tutto vada collocato nella giusta e nativa categoria di appartenenza, e chi spende 700 Euro per un proiettore sa che non sta facendo l’acquisto unico e definitivo.
P.S. Non so quanto vi possa interessare, ma l’esemplare che mi è stato mandato in prova l’ho acquistato…