Proiettore Epson EH-TW5200 – La prova

Introduzione

Proiettore Epson EH-TW5200 – La prova
Siete interessati ad un videoproiettore economico e capace di prestazioni versatili? Epson propone l'EH-TW5200, dotato di pannelli 3LCD da 0,61" con una risoluzione nativa di 1920 x 1080 pixel. Viene descritto dalla casa giapponese come adatto per applicazioni Home Theater e gaming a basso costo. Già, perché alla fine parliamo di circa 800 Euro e con questa macchina ci fate tranquillamente uno schermo di 2,5 metri di base e, volendo, potreste anche andare oltre… Il segmento di appartenenza è chiaramente quello di una macchina di ingresso nel mondo della videoproiezione, per cui non ci dobbiamo aspettare raffinatezze di alcun…

In breve

Prestazioni video - 78%
Versatilità - 84%
Software - 70%
Qualità / Prezzo - 88%
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80%

Cinema Plug & Play

Conclusione : Un videoproiettore per gaming e Home Theater "entry-level". E' traspostabile e molto luminoso!

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Siete interessati ad un videoproiettore economico e capace di prestazioni versatili? Epson propone l’EH-TW5200, dotato di pannelli 3LCD da 0,61″ con una risoluzione nativa di 1920 x 1080 pixel. Viene descritto dalla casa giapponese come adatto per applicazioni Home Theater e gaming a basso costo. Già, perché alla fine parliamo di circa 800 Euro e con questa macchina ci fate tranquillamente uno schermo di 2,5 metri di base e, volendo, potreste anche andare oltre… Il segmento di appartenenza è chiaramente quello di una macchina di ingresso nel mondo della videoproiezione, per cui non ci dobbiamo aspettare raffinatezze di alcun tipo, ma solo l’essenziale per immagini a punto ed interessanti.

Ripeto questo concetto perché mi pare abbastanza evidente che il parametro di valutazione in casi del genere non debba e non possa essere quello delle prestazioni assolute o dell’effetto “Vale tre volte quello che costa”, la famosa frase che mi faceva innervosire quando la leggevo nelle recensioni: ma possibile che non ci sia mai un oggetto che vale “solo” quello che costa? Detto ciò, questo Epson funziona bene ed è posizionato altrettanto bene nella SUA categoria di appartenenza.

Pannello 3LCD 0.61″ (D9)
Risoluzione 1920 x 1080 pixel
Lampada / Durata UHE 200W / 5.000 h / 6.000 h (eco)
Luminosità 2.000 Lumens
Contrasto 15.000:1
Obiettivo 1.22 – 1.47:1 
Ingressi 2x HDMI 1.4 (1x MHL), VGA, Composito, Audio In RCA, Audio Out (mini-jack), USB 2.0, RS-232C, Adattatore Wi-Fi opzionale
3D

Rumorosità Standard / Eco 36dB / 28dB
Dimensioni 297 x 247 x 105 mm
Peso 2,8 kg
Manuale Epson EH-TW5200
Prezzo 812,31 Euro
Distributore: Epson Italia S.p.A – Via M. Viganò De Vizzi, 93/95 – 20092 Cinisello Balsamo (MI) – Tel. +39 02 660321

Per maggiori informazioni: www.epson.itEpson EH-TW5200

Abbiamo detto che le applicazioni native di questo TW5200 sono costituite dal videogaming e dall’Home Theater in generale. Per fare questo, Epson ha progettato una macchina che, sulla linea dei predecessori, ha una forte emissione luminosa sempre ben controllata. Questa caratteristica lo accumuna al TW490, che avevo provato in passato, e ne consente un impiego come proiettore da intrattenimento e come eventuale “secondo” nella stanza dei ragazzi o come macchina da portare nella casa al mare. La conseguenza (logica, direi) è che il livello del nero non possa essere più di tanto contenuto: d’altronde un giocatore è più intento a “sparare” che ad apprezzare le minuzie ed i dettagli di un film! Il tutto è contenuto all’interno di un imballo molto compatto, che ne facilita il trasporto e la collocazione volante. La costruzione è certamente plastica, ma appare robusta e ben fatta: in una macchina del genere non avrebbero senso dettagli high-end, ma l’assemblaggio è realizzato con cura ed il feedback tattile appare rispondente. Una notazione, che conta quello che può contare: girandomi all’improvviso verso il 5200 mi è sembrato di vedere il projectiondesign Action! di qualche anno fa, ovvero un DLP che all’epoca costava una cifra importante e che era (quello sì) un modello di gamma alta. Che il centro design della casa giapponese abbia preso spunto dalla Norvegia?

Dal punto di vista delle connessioni abbiamo due HDMI, un VGA, un videocomposito ed una USB che può essere impiegata per una connessione LAN wireless tramite dongle Wi-Fi opzionale (se volete che il proiettore divenga parte diretta della rete casalinga).

La cosa da notare con piacere (tra le connessioni di impiego più frequente) è che uno dei due HDMI è MHL. E chissenefrega, direte voi… No, señor, come invece dicono i commentatori di ESPN spagnoli! Ci dobbiamo rendere conto che il mondo è cambiato e che le nostre sorgenti sono diverse da prima. Specie in mobilità, è molto più comodo viaggiare con uno smartphone o tablet carico di film e di un abbonamento a servizi VOD e TV (Premium Play, Sky Go, Serie A TIM, ad esempio), piuttosto che con un decoder, un’antenna ed un media-player. Con il protocollo MHL ed un semplice cavetto (micro USB lato smartphone ed HDMI lato proiettore) è fatta: lo schermo del telefono viene riproposto in mirroring totale sul proiettore! E dove sta la convenienza? Nel fatto che un ingresso MHL compatibile (come questo) porta anche i 5V necessari all’alimentazione ed al funzionamento nativo del tutto. Se la porta non fosse MHL, avreste necessità di un cavetto con una terminazione USB da attaccare ad una presa, senza la quale tutto il marchingegno non funzionerebbe. Vi sto parlando di cose ampiamente provate, ovviamente, e quindi la presenza di questa caratteristica su un proiettore odierno ed attuale NON E’ una cosa da leggere sulle specifiche e dimenticare un momento dopo, ma una funzionalità che ritengo sia sempre più da ricercare.

Rispetto ai videoproiettori Epson di fascia più alta, l’ottica non prevede basculamenti di alcun genere (lens-shift), né in verticale, né in orizzontale. Il proiettore va quindi installato nella corretta direzione ed inclinazione (al massimo, vi verranno in aiuto i piedini di livellamento) e, in caso di emergenze, potrete fare ricorso al “simpatico” sistema di correzione del keystone (trapezio). Chi mi conosce, sa che lo reputo tanto piacevole quanto un attacco di dissenteria in pieno deserto, ma questo è lo scotto da pagare ad un prezzo consigliato di 800 Euro (che magari saranno anche qualcosina di meno all’atto pratico). “You can’t always get what you want…” e se lo avevano capito gli Stones quarant’anni fa, diventa obbligatorio per noi. Lo zoom ha una certa tendenza al grandangolare, nel senso che è possibile mettere la macchina abbastanza vicina allo schermo e proiettare dimensioni anche rilevanti da distanze generalmente più ravvicinate di quelle previste per macchine tipicamente Home Theater. In pratica, uno schermo da 110″ (244 cm di base) lo otteniamo da poco più di 3 metri. La messa a fuoco è agevole e la planarità buona, sempre tenendo conto del fatto che non si tratta di “pezzi di vetro” importanti.

Il telecomando, di chiara derivazione business, è semplificato ed essenziale. Sono arrivato ormai alla concezione dello “ogni scarrafone è bello a mamma soja“, nel senso che, a meno di non avere a che fare con apparecchi high-end, ci becchiamo quello che la casa costruttrice ci propone e ci facciamo l’abitudine. Tanto nessuno cambia un proiettore come un paio di scarpe, no? Sempre nella direzione della versatilità di impiego, il piccolo altoparlante integrato si rivela molto utile durante i soggiorni fuori casa ed è in grado di sonorizzare senza difficoltà un piccolo ambiente. Un plauso al costruttore per averlo inserito.

Una piccola considerazione sui pannelli D9 da 0.61″ che il TW5200 monta: abbiamo una ottima versione di questi LCD, che permettono anche velocità operative notevoli e frequenze di refresh fino a 240 Hz. Il risultato pratico, non potendovi dare una mia personale impressione, è affidato al commento di mio figlio Federico (meglio un figlio esperto che dire stupidaggini non controllate, non credete?) che ha collegato al proiettore una console PS3 con il simulatore GT5: la velocità dei pannelli è percepibile, nel senso che non ci sono problemi di scie o scattosità sospette. Questo nei limiti del videogioco usato e della sorgente, che ovviamente non è paragonabile a quella di soluzioni più moderne. Il suggerimento, per un’impostazione visuale che possa funzionare sia al buio che con una stanza parzialmente illuminata, è quello di usare il setting “Living room” (l’impostazione di default del TW5200) che permette di leggere discretamente i particolari e di avere una notevole brillantezza.

Per quanto riguarda il livello di rumorosità di questo Epson, devo dire che anche stando abbastanza vicino la sensazione è che si senta, questo sì, ma non in modo invasivo. Chiaramente se scegliete, come caldamente consigliato, la modalità Eco, il rumore della ventola diminuisce e con questo la fruibilità del proiettore: la differenza è avvertibile ad orecchio, senza bisogno di conferme da parte di un fonometro!

La globalizzazione colpisce anche il mondo della videoproiezione e, quindi, su questa macchina abbiamo all’incirca lo stesso software presente sulla linea Epson dedicata all’Home Theater “vero”, ossia dei proiettori di gamma più alta. Lo conosco bene e, in analogia a quanto avviene con il telecomando, la navigazione è per me agevole ed un fatto abitudinario. Le funzionalità di base sono tutte presenti, mentre sono assenti quelle avanzate. Diciamo che per una messa a punto discreta i controlli a disposizione sono sufficienti per pensare di aver raggiunto il massimo delle prestazioni che questo TW5200 è in grado di fornire.

Levando da torno il 3D… già, non ve lo avevo ancora detto e lo davo per scontato: chiaramente questo Epson permette questa funzionalità. A me non piace, non sono interessato all’argomento e quindi non sono nemmeno in grado di dare valutazioni credibili per gli appassionati del genere: pertanto ci fidiamo della capacità del costruttore di sviluppare questo contenuto tecnologico!

Tornando al 2D, sono disponibili i consueti quattro settaggi di base: Dynamic, Living Room, Natural e Cinema (per il controllo del Color mode). Queste regolazioni possono essere messe a punto tramite variazioni di tinta, saturazione e luminosità, oltre a quelle per i livelli RGB su alte e basse luci. La mancanza di opzioni più raffinate la riscontriamo nell’assenza di qualunque possibilità di agire sul gamma, che è stato completamente tolto come voce del menu. Anche lo sharpness, solitamente proposto da Epson in versione raffinata e molto modulabile, consente in questo caso solo un normale e lineare controllo (con i suoi invariabili limiti).

Possiamo anche regolare la velocità di funzionamento dell’Iris dinamico (il diaframma automatico), ovviamente presente (beh, nemmeno tanto “ovviamente”, considerato quello che costa…) e che devo dire non è troppo visibile nella normale operatività.

Un appunto che mi sento di fare ad Epson consiste nell’aver abolito le voci di memoria: se è vero da un lato che i valori di impiego corrente vi vengono anche riproposti alla successiva accensione, d’altra parte se fate una qualunque modifica per prova e non avete preventivamente provveduto a salvare i valori di calibrazione… siete fritti! Penso che la funzione software che sovraintende a questa modalità abbia un costo pari a zero ed onestamente l’avrei lasciata (visto che sui fratelli maggiori del TW5200 è presente).

Il TW5200 è il classico double face, perché questa è la conclusione che si può trarre dalla sessione di misure. In pratica: se lo impiegate in default, avrete a disposizione il classico “faro nella notte”, ossia una macchina che arriva al valore dichiarato (i 2000 Lumen sono 1837, ossia praticamente la stessa cosa). Se avete bisogno di molta luce, oppure la usate per il videogaming e quindi linearità e correttezza non sono l’obiettivo primario, siete a posto. Non toccate nulla e con 800 Euro avete risolto il problema.

Questo è chiaramente visibile dalle misure, dove il dato roboante della massima emissione luminosa è bilanciato da un livello del nero (nero?) molto alto e da un valore del gamma troppo basso (1.83 è decisamente troppo basso per una visione godibile), che solleva ulteriormente il tutto. Ma dato che l’obiettivo in questo caso è far vedere qualcosa ai bassi livelli anche in un grigio dominante, il risultato è raggiunto.

Se invece volete qualcosa di più e cercate anche un comportamento Home Theater, con uno sforzo nemmeno tanto rilevante si possono ottenere valori più che soddisfacenti. Nei grafici in calibrazione vedete come la curva del gamma sia praticamente perfetta (con un valore medio di 2.23), e questo SENZA avere un controllo diretto di questo parametro, indice di una linearità di progetto invidiabile. Ho preferito la strada della drastica riduzione della luminosità massima per una ragione molto semplice: difficilmente una macchina del genere sarà impiegata su schermi enormi, quindi di 1837 Lumens non ve ne farete nulla. Ottenerne 663 in calibrazione è non solo sufficiente, ma addirittura troppo. Per il livello del nero… beh, bisogna accontentarsi: 0.981 Lumens sono tanti, lo so, ma non c’è stato verso di scendere. Tenete presente che se cercate di abbassare il brightness, da un certo punto in poi rovinate solo la leggibilità delle zone adiacenti allo zero (diciamo fino al 10-15%) senza arrivare ad alcun risultato concreto: questo è ciò che questo pannello e questa progettazione possono dare. Ma almeno abbiamo ottenuto dei colori piuttosto centrati ed una eccellente linearità della curva del gamma. In pratica succede che si riesca a godere senza alcuna difficoltà di immagini luminose, e che tale risultato rimane vero (grazie, appunto, alla citata linearità) finché il livello del nero non scende molto in basso. Fino a lì si riescono a distinguere i particolari, dopo si va a finire nel grigiore, dal quale non è possibile uscire se non cambiando proiettore (e spendendo parecchio di più). Questione di scelte: ripeterò fino alla noia che non esiste una griglia di valutazione universale, ma questa deve essere parametrata alla classe di appartenenza.

Un’occhiata alla risposta spettrale (vi riporto qui il 60% in condizioni di calibrazione) ci fa comprendere come questo proiettore abbia una tendenza notevole al carattere più freddo di una riproduzione indirizzata ai videogiochi, che alla resa filmica in senso stretto: ma questo rimane un dato di progetto, dove non possiamo far altro che prendere atto della ridotta estensione della zona del rosso (quella che riscalda l’immagine) a vantaggio di un blu alto e rilevante.

Per quanto riguarda il valore del CLO (Colour Light Output – rilevato in condizioni standard), devo dire di aver visto con sorpresa un’efficienza superiore al 100%! Il valore misurato per il bianco (facendo la media delle nove misure prese negli appositi riquadri del pattern bianco) è pari a 1840.65 Lumens (direi anche “eccessivamente” coincidente con il valore assoluto di una sola misura). Come potete vedere non è particolarmente uniforme, presentando una serie di “salti” da 1687 a 1965 Lumens: d’altro canto continuo a sottolineare la classe di appartenenza del proiettore ed il fatto che si tratti di tre pannelli (meno facili da allineare in modo perfetto se non ricorrendo a controlli di produzione che alzerebbero il prezzo all’utente). Le rilevazioni con i tre pattern a zone di rosso, verde e blu alternati conducono ad un valore di 1854.94 Lumens, ossia di più del valore del bianco da solo!

Onestamente vi devo dire che non ne comprendo la ragione in modo rapido, se non ricorrendo ad “arrampicate sugli specchi” tipo inserimento di filtri e loro efficienza nel percorso ottico, controllo automatico del livello del bianco od altro. Ho fatto fare misure alternative ad un’altra persona e mi sono confrontato con Epson Italia, che ha rilevato situazioni analoghe. In conclusione: questa misura mostra ciò per cui è stata pensata, ossia che effettivamente un pannello LCD presenta un’efficienza cromatica superiore al DLP (almeno fino a questo momento, dato che ne ho valutati ancora troppo pochi per creare una statistica…). Nella pratica significa che la resa cromatica alle alte luci rimane fedele: vi posso testimoniare questa cosa personalmente, dato che mi è successo di vedere la tonalità di un rosso (che conosco molto bene) riprodotta in modo diverso dal previsto da un DLP (business, quindi con una ruota colore dotata di un ampio segmento del bianco), mentre la stessa veniva resa correttamente da un LCD. Farò comunque altre misure per verificare con numeri più ampi questo comportamento.

Per la prova di visione ho proiettato le immagini su un schermo di 190 cm di base, pienamente sufficiente per controllare le prestazioni di questa macchina, che mi ha accompagnato nella visione di svariati film. Il commento è, fortunatamente e come al solito, perfettamente allineato alle misure. Una volta calibrato, abbiamo un proiettore che restituisce colori gradevoli e bilanciati, anche se con una caratteristica piuttosto “fredda” (la risposta spettrale non mente mai, da questo punto di vista), che non è possibile alterare in modo significativo. La linearità del gamma è la responsabile di un comportamento che si può definire eccellente fino a qualche Lumen di emissione luminosa (diciamo scene medie e medio-buie, per capirsi), dove la leggibilità di particolari e sfumature è garantita, così come la corretta palette cromatica. Al di sotto, ovvero nelle scene con particolari molto bui ed in quelle mediamente molto scure, la situazione si inverte e l’Epson presenta un grigio medio uniforme che tende a far sparire tutto.

La ragione è l’impossibilità del proiettore alla riproduzione di un valore assoluto che scenda al di sotto del Lumen: semplicemente, il TW5200 alza bandiera bianca e vi dice “Cercati un proiettore che costi di più!”. Se riuscite ad isolare mentalmente i particolari sullo schermo o provate ad impiegare una tela grigia invece che bianca, la situazione percepita od oggettiva può migliorare, questo è certo. Ma ovviamente dobbiamo considerare il tipo di destinazione d’uso e la cifra investita: non credo abbia senso spendere 800 Euro per un proiettore e 1000 per lo schermo, non credete?

Ritengo quindi che questo LCD possa essere impiegato con eccellenti risultati come secondo proiettore (è anche facilmente trasportabile, pur non appartenendo alla categoria dei portatili in senso stretto), come macchina dedicata ai giochi od alle presentazioni professionali, oppure, senza alcuna controindicazione, come strumento di intrattenimento calcistico o sportivo.

In questi casi sappiamo bene come la componente emozionale dell’evento che si sta guardando prenda il sopravvento e, quindi la capacità di poter riempire uno schermo che arriva tranquillamente ai due metri e mezzo di base (e mi spingo a dire anche tre, se lo lasciate in default) con una riproduzione cromatica di livello, siano garanzia di un risultato allineato alle aspettative e soprattutto alla cifra investita per l’acquisto. Penso a ristoranti, pub, bar e tutti quei luoghi pubblici dove una macchina del genere può essere sfruttata fino alla vita di almeno un paio di lampade, con un investimento molto basso. In ogni caso, se avete comunque un budget ridotto, la chiave di lettura di un Home Theater di attacco, ossia come primo proiettore, può anche essere presa in considerazione, quando le aspettative non siano quelle della macchina di riferimento. A voi la scelta!

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