Conclusione : QLED 2019 dalle grandi prestazioni e con un'elettronica molto raffinata. Costa ancora parecchio, manca il Dolby Vision, ma è bello e di sostanza!
Samsung non nasconde la propria ambizione e nel corso della recensione del nuovo Q90R da 65 pollici vi sveleremo gli aspetti tecnici che hanno catalizzato maggiormente l’attenzione degli ingegneri coreani, con novità che non riguardano solo la qualità delle immagini, ma anche il design del televisore e le funzionalità Smart TV, da sempre incontestabile punto di forza dei modelli di Seul e ora completa anche di supporto integrato ai servizi Apple (Apple TV e AirPlay 2). La concorrenza della “pattuglia” OLED si fa sempre più agguerrita (specie sui prezzi), ma gli LCD e, in particolare, i QLED di ultima generazione di Samsung hanno diverse frecce al loro arco. Scopriamole insieme.
Pannello | LCD tipo VA con Full LED Quantum Dot da 65 pollici |
Risoluzione | Ultra HD, 3840 x 2160 pixel |
Processore | Quantum Processor 4K |
Compensazione del moto | PQI 4000 |
HDR | Sì – HDR10, HDR10+ e HLG |
Sintonizzatori integrati | DVB-T/T2 e DVB-S2 |
Ingressi | 4 HDMI 2.1 HDCP2.2, 3 USB 2.0, LAN, uscita digitale ottica, slot CI+, Wi-Fi, Bluetooth, Ex-Link seriale per auto-calibrazione CalMAN |
3D | No |
Smart TV | Tizen con assistente vocale Bixby |
Dimensioni | 1,450 x 921 x 285 mm con base; 1,450 x 831 x 40 mm senza base |
Peso | 27,8 kg senza base, 34,70 kg con base |
Consumi | 209 W |
Manuale | Samsung QE65Q90R italiano |
Prezzo | 3.699 Euro |
Cominciamo col dire che la nuova gamma QLED 2019 non è una semplice evoluzione della gamma 2018, ma i nuovi modelli sono stati profondamente rivisti, introducendo diverse novità tecniche che hanno riguardato i pannelli, la retroilluminazione, nonché il processore. Tutti aspetti singolarmente importanti, ma che diventano fondamentali nell’approccio di sintesi e correlazione perseguito dagli ingegneri Samsung. In sostanza i nuovi pannelli sfruttano la nuova struttura di retroilluminazione che, a sua volta, viene ottimizzata dai nuovi algoritmi di processing integrati nel nuovo chip Quantum Processor 4K (a sua volta derivato dal Quantum Processor 8K del QLED Q900R).
L’obiettivo degli ingegneri è stato quello di correggere alcune lacune emerse nella gamma dello scorso anno, in primis l’angolo di visione, nonché il clouding, il livello del nero (specie con contenuti in HDR) e il funzionamento del local-dimming. I pannelli LCD di tipo VA a 10 bit sono stati quindi riprogettati ed integrano ora un ulteriore strato che “focalizza” maggiormente l’emissione luminosa riducendo l’effetto “luce spuria” alle basse luci e migliorando l’efficienza di luminanza evitando, al tempo stesso, le derive di angolazione tipiche dei pannelli LCD. Il tutto per ottenere una riproduzione con un effetto clouding decisamente meno percepibile, un livello del nero più contenuto, una superiore linearità del gamma (specie alle basse luci) e un angolo di visione notevolmente migliore (in termini di contrasto, ma anche di correttezza cromatica). Samsung ha riassunto tutto ciò come “Ultra Viewing Angle” ma il miglior angolo di visione è solo uno degli aspetti che contribuiscono a migliorare le prestazioni di riproduzione .
Come sempre “la potenza è nulla senza controllo” e Samsung ha quindi deciso di integrare quest’anno il chip “Quantum Processor” anche per la gamma di QLED 4K Ultra HD (3840 x 2160 pixel), sia per migliorare le elaborazioni di upscaling, ma anche per sfruttare la potenza di calcolo disponibile con nuovi algoritmi di local-dimming. Local-Dimming Full LED (quindi con retroilluminazione LED Quantum Dot a zone dirette e non laterali) che non riguarda solo il nuovo top di gamma Q90R, ma anche le serie inferiori come il Q85R o il Q70R. Ovviamente cambia il numero di zone di local-dimming, con la serie Q90R che mantiene lo stesso numero di zone della serie top Q9FN dello scorso anno: 320 zone per il modello da 55″ e 480 zone per il “nostro” modello da 65″. Nonostante il numero di zone sia rimasto inalterato, la potenza di calcolo messa in campo dal chip Quantum Processor consente al nuovo algoritmo di local-dimming maggiore precisione e velocità, a tutto vantaggio della linearità delle immagini riprodotte.
Dal punto di vista estetico, la più grande novità di quest’anno riguarda il piedistallo di supporto, non più caratterizzato da una lunga barra frontale, bensì da una vera e propria base di appoggio metallica dalla piacevole forma arcuata a L. Il tutto appare quindi elegante ed armonioso, anche grazie all’ampio ricorso a materiali pregiati. Il pannello è spesso poco più di 1 cm, anche perché integra tutto l’array di retroilluminazione Full LED, mentre l’elettronica e le connessioni sono affidate, come di consueto, al box esterno “One Connect Box”, capace di interfacciarsi con il display tramite il cavo “One Invisible Connection”. Il sottilissimo cavo in fibra ottica con attacco proprietario trasporta sia i segnali audio-video che l’alimentazione. Basta quindi collegare la presa di corrente al box esterno, il One Invisible Connection dal box alla TV e il gioco è fatto!
Set-top box esterno che prevede 4 ingressi HDMI 2.1 (solo alcune funzioni della nuova versione HDMI, quindi diciamo che sarebbe più corretto definirla HDMI 2.0 “evoluta”) con HDCP 2.2 e funzionalità ARC (Audio Return Channel ) solo per l’HDMI 3, tre porte USB 2.0 (di cui una con alimentazione da 1A, mentre mancano sorprendentemente porte USB 3.0, utili per la riproduzione di eventuali contenuti video in 4K ad elevato bit-rate), una porta LAN Ethernet, un’uscita audio digitale ottica, i coassiali d’antenna digitale terrestre (DVB-T/T2) e satellitare (DVB-S2) e connettività Wi-Fi e Bluetooth integrate. Sono, infine, presenti lo slot CAM CI Plus 1.4 e un connettore mini-jack 3,5 mm seriale “Ex-Link” per interfacciare il televisore con la soluzione di auto-calibrazione sviluppata in collaborazione con CalMAN. Soluzione che richiede un cavetto seriale mini-jack / USB, un PC dotato dell’ultima versione di Spectracal CalMAN, una sonda di misurazione e un generatore di segnali pattern. Al momento della recensione, la nuova gamma QLED 2019 non era ancora ufficialmente supportata dal software CalMAN per l’auto-calibrazione, mentre hanno funzionato perfettamente le funzionalità di “Control Display” che consentono di acquisire il controllo del menu del televisore tramite il PC per abbreviare notevolmente tutta la fase di calibrazione.
Nessuna particolare novità per il telecomando “One Remote” che integra ora i pulsanti di accesso diretto a Netflix, Amazon Prime Video e Rakuten TV. Molto elegante e minimalista, nell’uso continua a non convincermi del tutto, anche se dopo qualche minuto ci si fa l’abitudine e si riesce a spaziare agevolmente tra le varie funzionalità. Come per le precedenti versioni, l’unico pulsante aggiuntivo che avrei davvero gradito, è quello di accesso diretto al menu di configurazione. In compenso, è possibile accedere praticamente a qualsiasi voce e sotto-menu del TV anche con i comandi vocali: davvero comodo!
A sovraintendere al funzionamento del televisore è l’ultima versione del sistema operativo Tizen, decisamente fluida e reattiva e ora completa anche di supporto ai servizi di Apple con AirPlay 2 e Apple TV integrati. Per quanto riguarda l’HDR, questo modello è compatibile con gli standard HDR10, HDR10+ (con metadati dinamici) e HLG, mentre manca il supporto al Dolby Vision. Il menu di calibrazione prevede, infine, il bilanciamento del bianco fino a 20 punti, CMS completo e, nascosto nel menu di servizio (quindi non accessibile al pubblico), anche le modalità Cal Night e Cal Day per la calibrazione ISF.
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Nessuna rivoluzione per quanto riguarda l’interfaccia del menu, che mantiene il solito “family feeling” pulito, intuitivo e veloce. Andando al menu delle impostazioni, troviamo i quattro preset “Dinamico” (da evitare sempre), “Standard”, “Naturale” e “Film”, tutti personalizzabili e totalmente indipendenti per la visione di contenuti SDR e HDR. Per chi volesse partire da zero nella calibrazione, manca un preset “personalizzato” e chi fosse interessato a fare due tarature “notte” e “giorno” dovrà quindi modificare i preset presenti (usando magari “Film” per la calibrazione “notte” e “Naturale” per quella “giorno”), a meno di pagare l’intervento di un calibratore professionista che sarà in grado di attivare le aggiuntive modalità Cal Night e Cal Day e di effettuare le relative tarature “giorno” e “notte” (liberando quindi ulteriori due banchi di memoria).
Oltre alle solite impostazioni di luminosità, contrasto, colore e tinta, sono presenti varie elaborazioni dedicate al contrasto, al colore, alla simulazione dell’HDR (da evitarte come la peste!), alla riduzione del rumore, ecc…, mentre due voci importanti sono la possibilità di regolare l’intensità della retroilluminazione dei LED e l’intervento del Local Dimming “Attenuazione Locale” su tre posizioni (Basso, Standard, Alto) e mai disattivabile in alcuna modalità. Sono, infine, disponibili la regolazione del bilanciamento del bianco a 2 e 20 punti, del gamma e un completo CMS per i colori.
Iniziando dall’SDR REC709 (per la visione dei contenuti Blu-ray 1080p, ad esempio), il preset più vicino alla correttezza è “Film” con Local Dimming su “Basso”, nonostante una retroilluminazione di partenza settata a 26, con una luminanza di 230 cd/mq doppia rispetto ai riferimenti di calibrazione “stanza buia”. Il bilanciamento del bianco è abbastanza lineare (temperatura colore di 6400 K), la scala dei grigi restituisce un delta E medio di 2,5 (lo scostamento è più eccessivo alle alte luci), il gamma si attesta complessivamente su 2.4 e la copertura gamut è quasi perfetta. Come detto in precedenza, il local-dimming non è mai disattivabile e per misuare il livello del nero e il rapporto di contrasto nativo, avrei dovuto ingannare l’elettronica, pena il totale spegnimento dei LED con il pattern di misura a 0 IRE. Alla luce dell’ottimo comportamento dell’algoritmo di local-dimming dell’esemplare in prova, ho però deciso di non procedere con tali misurazioni a mio avviso fuorvianti: il Q90R non consente di disattivare il local-dimming, che funziona molto bene in SDR, quindi godiamoci l’elevato contrasto dinamico “stile OLED”.
Passando alla calibrazione, devo ancora segnalare (era così anche gli scorsi anni) l’impossibilità di procedere alle regolazioni manuali tramite l’OSD del menu del televisore. In pratica, il menu in sovrimpressione incide sulla misurazione del segnale pattern in visione in quel momento e se non state attenti, vi ritroverete a calibrare il TV completo del suo menu. Come risolvere? Semplicemente con molta pazienta ed esperienza: effettuate una misura, entrate nel menu, modificate quanto serve, riuscite dal menu, verificate la misurazione e andate avanti così. Ho invece optato per l’utilizzo della funzionalità “Control Display” del software di calibrazione CalMAN che, tramite un cavo seriale / USB (da acquistare), consente di interfacciare il One Connect Box con il PC e di operare sulle regolazioni direttamente via CalMAN (aggirando così l’OSD del televisore).
Avendo tutto perfettamente sott’occhio e sotto controllo ho operato senza alcun problema la calibrazione a 20 punti ottenendo un risultato finale semplicemente stupefacente: un’ottima linearità della scala dei grigi con delta E medio di 0,3 (perfetta), una temperatura colore centrata a 6500 K, un gamma 2.4 praticamente perfetto e un picco di luminanza finale di 130 cd/mq. Il CMS non l’ho neppure toccato, visto che i colori e le saturazioni intermedie sono andati a posto con un delta E medio di 0,3 e una copertura gamut REC 709 che sfiora il 100%.
Per quanto riguarda l’HDR, vale la stessa regola descritta in precedenza: non usate il menu OSD del TV per effettuare l’eventuale calibrazione, ma affidatevi al “Control Display” di CalMAN. Anche in questo caso sono partito dal preset “Film HDR”, rilevando un picco di luminanza di circa 1.700 cd/mq. Valore capace di salire a 2.100 nit in modalità “Standard HDR” e a ben 3.000 nit in modalità “Dinamico HDR” (seppur per pochi secondi). Premesso che non userei mai questi due preset (specialmente l’inguardabile “Dinamico”, mentre lo “Standard” può tornare utile in ambienti molto soleggiati), vi ho voluto riportare i dati di picco per farvi capire di cosa è capace questo Q90R e di quanta riserva di “potenza” luminosa disponga. Significativo anche il dato di picco di luminanza con pattern al 100%: si raggiungono quasi 700 cd/mq! Ovvero quanto ottenibile con gran parte dei display OLED con un pattern al 10%. Tornando al preset “Film HDR” ho rilevato un bilanciamento del bianco ottimo alle basse luci, mentre appare migliorabile alle medie e alte luci. Il tutto si riflette, non a caso, sulla curva di tone-mapping EOTF dove risultano “pompati” i toni medi. Ritengo sia frutto di una scelta finalizzata a colpire lo spettatore (riuscito effetto WOW!) tranquillamente contenibile in fase di calibrazione.
Calibrazione HDR (HDR10, ma lo stesso banco e la stessa calibrazione valgono poi anche per gli eventuali contenuti in HDR10+) che ho operato a 20 punti riuscendo a linearizzare ottimamente la scala dei grigi. Per contenere il “pompaggio” della curva EOTF presente di default sono intervenuto sul livello di contrasto (abbassandolo), ottenendo un delta E medio finale inferiore a 1 e un picco di luminanza di 1600 cd/mq. Sono intervenuto leggermente anche sul CMS, riuscendo alla fine a passare dal 90% di copertura DCI-P3 del preset “Film HDR” di default al 94% dopo la calibrazione. In REC2020 la copertura gamut si attesta, invece, al 76%. Misure di copertura gamut che risultano leggermente inferiori rispetto al passato (sia Q8 che Q9FN dello scorso anno) e da imputare probabilmente al nuovo “Optical Layer” introdotto per migliorare l’angolo di visione. Calibrazione HDR che risulta assolutamente ragguardevole e sensibilmente migliore rispetto alle condizioni di default, specie in termini di equilibrio generale (soprattutto alle alte luci, evitando così fenomeni di clipping).
Il nuovo Q90R rappresenta senza alcun dubbio la prova di maturità della tecnologia QLED. Specie nelle visione di canali TV e contenuti in HD e 4K con dinamica standard (quindi REC709) la qualità di visione risulta estremamente appagante e sempre molto corretta in termini di modulazione, dettaglio alle bassi luci, livello del nero e sfumature colore. Finalmente ottimo l’angolo di visione e, in queste condizioni, risulta davvero difficile distinguere il TV da un modello con display OLED (non pensavo l’avrei mai scritto!). Senza contare che i margini di regolazione delle retroilluminazione sono enormi e chi volesse illuminare una stanza a giorno potrà farlo davvero senza alcun problema (in modalità “Film” con la retroilluminazione al massimo, si sfiorano le 1000 cd/mq!). Ma andiamo con ordine, la prima configurazione del TV è molto semplice e basta seguire le indicazioni a video per ritrovarsi il Q90R sintonizzato, connesso a Internet e pronto all’uso con le sue innumerevoli App nel giro di pochi minuti.
Davvero ottima l’elettronica, con il nuovo processore Quantum Processor 4K e i suoi algoritmi di AI (intelligenza artificiale) capaci di restituire un’immagine compatta, pulita e di grande dettaglio, sia con materiale di partenza standard definition che in HD. Migliorata significativamente anche la risoluzione in movimento, grazie a un’intervento dell’Auto Motion Plus molto più efficace e sostanzialmente privo di artefatti. Ovviamente senza esagerare con le impostazioni, altrimenti vi ritroverete l’effetto “telenovela” e qualche artefatto di troppo. Il media-player integrato ha riprodotto senza problemi (sia da USB che via rete DLNA / UPnP) qualsiasi file Full HD, 4K Ultra HD e HDR10 / HLG, seppur con audio limitato ai codec PCM stereo e Dolby Digital / Dolby Digital Plus. Non è infatti previsto il supporto ai codec Dolby Atmos o DTS (né lossy, né tanto meno lossless).
Anche in HDR si apprezza immediatamente il bel passo avanti fatto quest’anno. Non siamo ancora alla perfezione, ma ci si avvicina molto. Gli algoritmi di local-dimming lavorano ora in maniera molto più controllata ed è praticamente impossibile notare le “flashate” improvvise che caratterizzavano i QLED di precedente generazione. Anche gli effetti di luce spuria e aloni sono notevolmente diminuiti, anche se permangono ancora in determinate circostanze (quadro scuro con 1 o 2 punti luce, ad esempio). D’altronde le zone di controllo LED sono poco meno di 500, quindi un minimo di “gioco” è da mettere inevitabilmente in conto. Ciò che mi ha colpito maggiormente sono la maggiore intelligibilità alle basse luci e il livello di contenimento del nero raggiungibile.
Poi quando entra in gioco la dinamica, beh, non ce n’è davvero per nessuno: i picchi vengono riprodotti con grande scioltezza e la tenuta e luminosità dei colori sono stupefacenti. Se siete dei feticisti del buio assoluto durante la visione dei film, gli OLED offrono ancora una marcia in più in HDR (anche perché al buio totale le 7-800 cd/mq di picco HDR sono più che sufficienti), ma in tutte le altre circostanze questo QLED ingrana la marcia superiore e saluta.
Senza contare che il QLED Q90R fa la differenza durante le sessioni di gaming, forte di un input lag di appena 15 ms in 4K con HDR, che scende a 6 ms in 1080p con Variable Refresh Rate. Volendo è, inoltre, possibile giocare in 4K fino a 120 fotogrammi al secondo (solo tramite l’HDMI 4), l’interpolazione di movimento è attivabile anche per il gaming (Game Motion Plus) e il TV supporta anche la modalità FreeSync di AMD.
Un plauso, infine, al sistema di altoparlanti integrato dotato di un ottimo impatto e di buona estensione in frequenza. La Smart TV è, come al solito, semplicemente la migliore su piazza: veloce, ricca di applicazioni (ci sono davvero tutte quelle richieste sul mercato italiano) e altamente personalizzabile.
La nuova generazione di QLED mi è apparsa davvero matura, equilibrata e ricca. Il Q90R è un televisore esteticamente appagante e di elevata qualità costruttiva. Il tallone d’Achille rimane, a mio avviso, il prezzo di listino un po’ elevato (al netto di tutte le offerte che iniziano già a fioccare), mentre sul fronte della qualità della immagini, posso definirlo praticamente perfetto in SDR e un vero portento in HDR. Se proprio gli devo trovare un difetto, diciamo che l’assenza di supporto Dolby Vision potrebbe pesare sulla scelta finale d’acquisto, ma è talmente efficace con le immagini in HDR10 e HDR10+ calibrate che difficilmente ci farebbe rimpiangere un Dolby Vision sempre molto difficile da calibrare correttamente a causa dei numerosi profili messi in campo da Dolby.